Descrizione
Porcellionides pruinosus (Brandt,1833) è appartenete all’ordine degli Isopodi e al sottordine degli Oniscidea (volgarmente detti Onischi).
Questa specie può raggiungere dimensioni massime di 2 cm, attraversa una fase di sviluppo costituita da 8 mute, il processo di ecdisi del gruppo è singolare: prima viene espulsa la parte anteriore dell’esoscheletro e dopo alcune ore/giorni viene eliminata la parte posteriore.
P. pruinosus, seppur oggi giorno la sua distribuzione è nettamente cosmopolita, nasce in aree desertiche ed è per questo che rispetto a Porcellio laevis è maggiormente adatto ai terrari secchi/desertici.
Questo crostaceo è un chiaro esempio del processo di evoluzione che interessa tutte le specie viventi del pianeta, tant’è che attualmente sono conosciute circa 20 sottospecie e si evidenziano notevoli differenze fisiologiche tra popolazioni vicine geograficamente e, in generale, la tassonomia della specie risulta essere ad oggi controversa. Secondo alcuni studi P. pruinosus presenta un endoparassita, la Wolbachia un alpha-protobatterio (che non avrà nessun effetto sui vostri rettili), quest’ultimo porta il crostaceo verso un fenomeno di femminization, ovvero il genere maschile si converte in quello femminile durante lo sviluppo. Di conseguenza, questo parassita influenza la fitness della popolazione, si è osservato che alcune popolazioni sono maggiormente soggette all’effetto di questo parassita ed è quindi un cosiddetto caso di co-ecoluzione, fenomeno secondo cui ospite e parassita seguono un percorso evolutivo analogo.
In generale può essere usato per costituire un perfetto terrario bioattivo, il suo esoscheletro è scarsamente chitinoso se paragonato ad altri Isopodi (quindi maggiormente digeribile) e presenta buone concentrazioni di calcio.
Per la stabulazione, ed un eventuale allevamento, si consiglia di fornire una fonte proteica (cibo per pesci, grilli essiccati, ecc..), calcio attraverso osso di seppia o qualche grammo di integratore. Per quante attiene alle condizioni ambientali si consiglia di mantenere una buona umidità: circa 30-35%, facendo attenzione di non superare questo valore poiché il crostaceo potrebbe reagire negativamente alla comparsa di muffe, la temperatura deve essere dai 20 ai 30 °C con particolare attenzione alla ventilazione.
In generale questa specie è un tassello importante delle catene trofiche, la sua attività da decompositore nelle zone desertiche fa di questo crostaceo un importante anello del ciclo della vita.